Il mondo digitale è in continua trasformazione, e di conseguenza anche il nostro modo di approcciarci alle piattaforme online cambia e si evolve nel tempo. Una percezione diffusa è che le persone stiano iniziando a guardarsi intorno, esplorando alternative alle grandi piattaforme a cui siamo abituati/e (come Facebook e Instagram, ad esempio).

Due tendenze si stanno facendo strada: da un lato, cresce l’interesse per le piattaforme open source, modelli “aperti” che offrono maggiore trasparenza e controllo agli utenti. Dall’altro, notiamo un ritorno alle community più autentiche e intime, anche da parte dei grandi brand, che testano piattaforme come Substack per instaurare un rapporto più personale con il loro pubblico. Due trend apparentemente diversi, ma che in realtà sono legati da un desiderio comune: quello di maggiore autenticità e qualità dell’ecosistema digitale.

Dalle piattaforme di massa a un web più diversificato

Nonostante le Big Tech restino punti di riferimento fondamentali nel mondo digitale, la percezione nei loro confronti sta cambiando: siamo più consapevoli del loro funzionamento, dei vantaggi che offrono, ma anche delle loro criticità. Se da un lato le piattaforme di massa continuano a crescere, dall’altro cerchiamo alternative che possano arricchire il nostro ecosistema digitale. Ma cosa ci spinge a ripensare il nostro rapporto con le grandi piattaforme?

Tra i vari aspetti, nel tempo è aumentata l’attenzione verso il tema della privacy e della gestione dei dati personali. Non ci piace l’idea che le nostre informazioni, conversazioni, preferenze e desideri vengano raccolti e utilizzati a scopo commerciale. Sempre più utenti vorrebbero maggiore trasparenza e controllo su ciò che condividono, cercando spazi in cui essere più tutelati.

Inoltre cresce il desiderio di autonomia dagli algoritmi, che influenzano ciò che vediamo e con chi interagiamo online. La rincorsa ai like, la necessità di conformarsi alle logiche delle piattaforme, la sensazione di dover sempre “performare” per restare visibili… è vero che questi meccanismi hanno reso il web più dinamico e coinvolgente, ma a volte ci fanno sentire vincolati!

Queste dinamiche ci spingono a ripensare anche il modo di costruire e far crescere una community autentica. Il desiderio di interazioni più vere e spontanee sta portando le persone a guardarsi intorno, alla ricerca di ambienti digitali che offrano modalità diverse di aggregazione rispetto ai social tradizionali. Spazi meno dispersivi, dove sentirsi davvero parte di qualcosa in cui credono.

Cosa succede quindi? Non è la fine di Facebook, né delle altre piattaforme più famose, che tuttora continuano a crescere! Però cerchiamo anche alternative, luoghi in cui poter comunicare e condividere senza sentirci troppo osservati e condizionati. Tra queste possibilità ci sono le piattaforme open source, che propongono un approccio più libero, trasparente e a misura d’utente. Scopriamole insieme.

Le piattaforme open source: più libertà, privacy e personalizzazione

Il 93% dei consumatori globali vuole adottare stili di vita più sostenibili, e il marketing deve adattarsi. Tuttavia, come evidenzia il report di Kantar, molte aziende hanno difficoltà a integrare efficacemente la sostenibilità nelle loro strategie. Nonostante ciò, i marchi che riescono a farlo generano un valore complessivo di 193 miliardi di dollari tra i 100 brand più importanti del mondo.

Partiamo da una domanda chiave: cos’è una piattaforma open source?

Un software open source è un programma il cui codice è aperto a tutti, liberamente modificabile e condivisibile. Nel mondo delle piattaforme digitali, questo significa più controllo sui propri dati, più personalizzazione e meno vincoli imposti dagli algoritmi. Insomma, non si tratta solo di una questione tecnica, ma di una diversa filosofia del web, che punta a favorire la partecipazione attiva degli utenti e restituire loro più autonomia e privacy.

Forse non ci pensi, ma probabilmente usi già software open source ogni giorno: WordPress, ad esempio, è il sistema di gestione di contenuti (CMS) open source più usato al mondo, Firefox è un browser web open source, Android è un sistema operativo open source per dispositivi mobili. E ce ne sarebbero tanti altri da elencare!

Secondo un articolo pubblicato su Forbes, anche nel panorama dei social media stanno emergendo sempre più alternative “open source ed etiche” alle piattaforme più note (come Instagram, Facebook, e così via), che potrebbero rivoluzionare il modo in cui interagiamo online. 

Bluesky

Un esempio significativo è quello di Bluesky, una delle principali alternative a X (ex Twitter), che ha superato i 33 milioni di iscritti. A differenza di X, Bluesky vuole essere una piattaforma aperta, che evolve grazie alle sue community. Ma cosa la rende così speciale? Vediamo alcuni aspetti:

    • Algoritmi trasparenti e personalizzabili: l’utente può seguire o creare diversi feed personalizzati su singoli argomenti specifici, senza imposizioni;
  • Elevata attenzione alla sicurezza e privacy;
  • Libertà di movimento: a differenza dei social tradizionali, il sistema open source di Bluesky permette agli utenti di migrare verso altre piattaforme compatibili portando con sé il proprio account, i propri follower e contenuti. Su Instagram, ad esempio, questo non è possibile: cambiare piattaforma significherebbe ricominciare da zero!

Questa ampia flessibilità spinge le piattaforme open source a migliorarsi continuamente, per creare uno spazio sempre più accogliente e funzionale per gli utenti. Un meccanismo che incentiva innovazione e qualità. 

Reddit: tutto quello che c’è da sapere

Anche Reddit fa molto parlare di sé! Reddit è una piattaforma di social news, intrattenimento e forum dove gli utenti possono scambiare opinioni, trovare consigli e scoprire trend di ogni genere. Sta prendendo piede anche in Italia, attirando utenti curiosi e appassionati di qualsiasi settore.

Reddit ha avuto una storia particolare con l’open source: il suo codice lo è stato dal 2008 al 2017, poi è diventato un sistema ibrido. Anche se non è più completamente open source, Reddit continua a usare strumenti aperti, restando fedele alla filosofia della condivisione e dell’innovazione.

Come funziona Reddit?

Reddit è strutturato come una grande bacheca digitale, suddivisa in migliaia di micro community chiamate subreddit, ognuna con le proprie regole e cultura. Gli utenti possono iscriversi a quelle che più li interessano, pubblicare post, commentare e votare i contenuti con upvote e downvote, decidendo così cosa merita maggiore visibilità. Il risultato è una piattaforma sempre aggiornata e costruita direttamente dalle persone che la popolano.

Ma di preciso che cos’è il subreddit? 

I subreddit sono il cuore pulsante di Reddit: dei subforum, o meglio, vere e proprie community dedicate a temi specifici, per qualsiasi interesse. Si parla di marketing, Intelligenza Artificiale, ecommerce, ma anche gaming, serie tv, film, e così via! Ogni subreddit diventa uno luogo di confronto attivo e appassionante.

Insomma, pare proprio che la ricerca di piattaforme più etiche si intrecci con il desiderio di ritrovare community più intime, basate su interessi condivisi e relazioni genuine. Vediamo in che modo.

Il ritorno alle community più piccole e autentiche

Secondo una ricerca di The Verge, in collaborazione con Two Cents Insights e Vox Media Insights and Research, il futuro delle community online sarà caratterizzato da gruppi più piccoli e mirati, dove fiducia e interessi condivisi sono al centro delle interazioni.

Oggi le persone hanno a disposizione un’infinità di modi per connettersi online. Se è vero che i social tradizionali rimangono un punto di riferimento per la comunicazione digitale, sta anche emergendo il desiderio di affiancarli con nuovi spazi in cui le conversazioni si sviluppano in modo più approfondito e il senso di appartenenza è più forte.

Riprendono piede le micro community tematiche, dove anche chi partecipa meno attivamente si sente coinvolto grazie alla qualità dei contenuti e delle discussioni. Una community, infatti, non si misura solo con i numeri, ma soprattutto con la profondità delle relazioni che riesce a creare.

Abbiamo bisogno di meno algoritmi, più umanità e autenticità: i brand che riusciranno a creare spazi digitali genuini, fondati su valori condivisi, avranno un vantaggio competitivo nel panorama del futuro online!

Con questa consapevolezza, anche le grandi aziende stanno alzando le antenne e rivedendo il loro approccio alla comunicazione digitale. Il focus si sposta verso la ricerca di un dialogo più diretto e autentico con il pubblico, spingendo i brand a esplorare nuove soluzioni per raggiungere l’obiettivo. È interessante il caso di Substack, piattaforma che permette di coltivare un rapporto più personale con la propria audience attraverso contenuti editoriali di qualità. 

 

Come le aziende usano Substack per creare community affiatate

Se segui il blog di Flowerista già da un po’, forse avrai letto il nostro articolo che spiega cos’è e come funziona Substack. Si tratta di una piattaforma di distribuzione contenuti per pubblicare articoli di blog, newsletter e podcast, che adotta alcune dinamiche dei social network.

Da luglio 2018 a febbraio 2021, Substack è passato da 11.000 a ben 500.000 utenti iscritti a pagamento; a marzo 2025 gli abbonamenti a pagamento sono orami più di 5 milioni. Numeri che parlano chiaro! E non solo, anche le grandi aziende stanno cominciando a guardare con interesse questa piattaforma.

Ma perché i brand scelgono Substack? 

Prendiamo il caso di successo Tory Burch, brand di moda statunitense, che ha lanciato su Substack la newsletter What Should I Wear?. La fondatrice del marchio ha descritto Substack come una piattaforma che incarna “autenticità, creatività e un forte senso di community”. What Should I Wear? è un’evoluzione del blog Tory Daily, attivo dal 2009, e offre contenuti editoriali curati dal team creativo del brand, che ispirano e offrono approfondimenti di qualità ai lettori.

Le newsletter che funzionano su Substack non sono contenuti da consumare velocemente, né che spingono la vendita di prodotti o servizi. Sono lettere digitali pensate per essere lette con attenzione e creare un dialogo più profondo con il pubblico. Non è curioso che, in un’epoca in cui tutto corre velocemente, siano così efficaci i contenuti più lenti, più riflessivi? Forse non così tanto, considerando il nostro crescente bisogno di relazioni autentiche e durature.

Ad ogni modo, per avere successo su Substack non basta aprire un account: serve una strategia ben definita e risorse dedicate. Creare una community richiede tempo, contenuti di valore e un reale coinvolgimento nelle conversazioni con il pubblico. 

In più resta da capire come la piattaforma gestirà l’arrivo massiccio dei brand, se avverrà: Substack promuove un ecosistema basato su contenuti editoriali autentici, pertanto dovrà evitare che il crescente interesse delle aziende trasformi lo spazio in un altro canale promozionale, allontanando gli utenti in cerca di contenuti indipendenti e di qualità.

Cosa succederà? È presto per dirlo, ma vale la pena tenere d’occhio l’evoluzione della piattaforma!

 

Verso un futuro digitale più autentico

Il panorama digitale è in continua evoluzione e, se da un lato le grandi piattaforme restano punti di riferimento, dall’altro cresce la voglia di provare nuove alternative, più libere, trasparenti e autentiche. 

Aumenta l’interesse verso le piattaforme open source, capaci di favorire la partecipazione attiva degli utenti e garantire maggiore autonomia e privacy. L’esplorazione di queste alternative, insieme al desiderio di ritornare a community più piccole e affiatate, è un chiaro segnale di un bisogno collettivo: quello di essere meno influenzati degli algoritmi e cercare più autenticità e umanità.

Le aziende più lungimiranti stanno già sperimentando nuovi modelli di comunicazione, in linea con questa tendenza. Gli utenti, dal canto loro, riscoprono il valore di interazioni più genuine, lontane dalle dinamiche frenetiche delle piattaforme tradizionali.

Il futuro del web sarà un equilibrio tra spazi più indipendenti e piattaforme di massa? Una cosa è certa: il desiderio di un digitale più autentico e trasparente è più vivo che mai!