La luce, e l’ombra, non solo influenzano il nostro umore e le nostre giornate, ma in qualche modo anche il nostro stile di comunicazione, visiva e non.
Era da un bel po’ di tempo che non mi capitava di sentirmi a casa, intesa come quel luogo in cui riconosci i rumori e gli odori, ti soffermi incantata ad osservare un angolo, ne apprezzi pregi e difetti. Mi sono trovata ad essere “nomade” e traslocatrice per diverso tempo e diversi motivi. E sicuramente questo ha avuto un impatto sul mio lavoro e sulla mia vena creativa, senza che io me ne rendessi del tutto conto. Non che mi sia mai sentita bloccata, questo no, ma mi sono accorta solo quando ho potuto finalmente mettere piede in una casa che sentivo davvero mia, di quanto il mio occhio fosse poco abituato ad osservare il bello. Era piuttosto abituato a ricreare il bello, con stratagemmi di ogni tipo, ma non ad osservarlo.
Di questa nuova casa c’è una cosa che mi ha colpito subito, ma che non credevo sarebbe stata così importante per il mio lavoro: con lei ho scoperto la luce e con lei si è immediatamente affacciata all’orizzonte una nuova consapevolezza. La luce di ogni luogo è una luce a sé, diversa, particolare, una luce del cuore. La luce che sperimento qui, ogni mattina, entra in casa mediata dagli alberi che la fanno traballare per via del vento, di rado è tagliente, più spesso inondante.

Ma la luce, e l’ombra, non solo influenzano il nostro umore e le nostre giornate, ma in qualche modo anche il nostro stile di comunicazione, visiva e non.
Del resto, ricercare la luce fa parte della natura umana. Da quando sono qui mi sono resa conto di aver cambiato tantissimo il modo di scattare fotografie, il che sinceramente è un gran bene, nonostante quello che si possa pensare, perché dimostra che continua ad esserci un flusso vitale di creatività in me. Trovare uno stile e mettere in discussione il precedente credo che sia tutt’altro che semplice.

Anche i colori che mi circondano sono cambiati, proprio perché dalla città mi sono spostata in un’area molto più verde e ora finalmente invece di avere di fronte la colonna dei bagni del palazzo attiguo, sono circondata dagli alberi. Ma non solo, i colori sono cambiati e sono molto più morbidi anche perché ci sono meno contrasti in me. La mia prima casa l’avevo arredata con il bianco, il nero e il rosso. Ed ero molto inquieta. Oggi posso dire di aver quasi raggiunto un mio equilibrio, finalmente.

Per raccontare il potere della luce e raccogliere le luci del cuore di tanti altri che come me le attribuiscono un valore speciale, ho creato un hashtag, che spero ci accompagnerà per tutto il 2019, con le sue stagioni e i suoi cambi di luce: #raccontamilaluce.
Perché non mi racconti anche tu qualcosa sulla tua luce?