Scritto da Claudio Boni
L’apertura della partita iva è spesso il più grande spauracchio di chi decide di entrare nel mondo del lavoro autonomo e in quello imprenditoriale. Facciamo Chiarezza in questa breve guida!
Aprire la partita iva è un momento a cui tante persone giungono con vera e propria agitazione, a volte viene procrastinato continuando a lavorare con soluzioni provvisorie, ammesse e non dalla legge. In questo articolo cerchiamo di andare oltre gli stereotipi e vediamo insieme qual è il momento giusto per aprire la partita iva.
La Partita Iva è un salto nel vuoto? No se opti per una valutazione ponderata del tuo business
Quando l’apertura della posizione fiscale è richiesta da un “cliente / datore di lavoro” e quindi è condizione necessaria all’inizio della carriera professionale, non c’è troppo spazio per tante riflessioni. È evidente come oggi la partita iva sia anche uno strumento che facilita l’ingresso nel mondo delle aziende, che potrebbero preferire una consulenza rispetto ad un’assunzione, con l’effetto che spesso, al presentarsi di un’opportunità lavorativa, potremmo essere obbligati ad aprire la partita iva in tempi stretti.
Avere invece a disposizione più tempo per riflettere sul da farsi rischia di amplificare angosce e insicurezze.
Dalla mia esperienza professionale ho tratto che molte volte questa paura è più dettata da una sensazione di “salto nel vuoto” e dalle ansie ed esperienze negative degli altri, piuttosto che dalla valutazione di tutti gli elementi annessi alla gestione del proprio business e della propria posizione fiscale.
Superare gli stereotipi sulla partita iva che tu sia freelance, libero professionista o artigiana/o
Rispetto ai primi aspetti del paragrafo precedente, mi sento di dire che queste paure non possono sussistere. Dobbiamo saper decifrare le nostre preoccupazioni, assolutamente necessarie, e distinguerle da quelle degli altri e, allo stesso tempo, dobbiamo avere come riferimento situazioni caratterizzate da esiti positivi, magari di amici che non hanno avuto problemi e che possono consigliarci sui diversi momenti, anche fino alla scelta del commercialista con cui si sono trovati bene.
Allo stesso tempo posso confermare che la partita iva, se da un lato non porterà alla libertà unica e assoluta del lavoratore, alla completa autoimprenditorialità e alla realizzazione personale e professionale, dall’altro non ci farà spendere tutti i nostri guadagni in tasse, non ci farà necessariamente perdere ore di sonno o weekend con gli amici e non costituirà in alcun caso il male assoluto. Sono troppi gli stereotipi sui vantaggi e svantaggi della partita iva.
Come sviluppare la giusta attitudine verso la partita iva
In questa prima fase non dovremmo preoccuparci di come sarà la nostra gestione fiscale, ma di avere la consapevolezza dei nostri obiettivi lavorativi e imprenditoriali, di come reperire i clienti e di come risultare più competitivi sul mercato con una situazione più chiara e definita, di come organizzare e affrontare le sfide lavorative in concreto del nostro business. È questo il momento in cui dobbiamo capire se la nostra passione ha i caratteri per diventare una professione, se abbiamo maturato le competenze tecniche o le attitudini per svolgerla, o se ci sono dei gap da colmare e in che modo.
Se il progetto imprenditoriale, seppur in uno stadio embrionale, ha dei punti di forza solidi, non è necessario aspettare un numero minimo di clienti o un livello di fatturato potenziale congruo per poter aprire la partita iva. Basterebbe anche un solo cliente, ma con la consapevolezza però che il nostro business debba sempre crescere e svilupparsi, con la differenziazione dei prodotti o dei servizi offerti, piuttosto che con l’analisi del target dei clienti o mediante altri strumenti.
Concentrarsi, quindi, su tutto quello che rientra nel nostro perimetro di competenza e quello della nostra idea di business, senza farci distrarre da ansie che, comunque, persone più esperte possono aiutarci a gestire con più facilità. Questa attitudine resterà immutata anche successivamente all’apertura della partita iva.
Rivolgersi a un professionista è sempre un’ottima idea!
Una volta definiti in maniera chiara questi aspetti, è evidente che la partita iva è un passaggio obbligato per la crescita professionale, che per non essere subito emotivamente, deve essere minimamente conosciuto e gestito. La gestione di una posizione fiscale, infatti, è una responsabilità, prima di tutto economica, anche se sostenibile.
A questo punto, infatti, e a completamento delle valutazioni legate alla nostra sfera, sarà opportuno parlare con un bravo consulente o un commercialista, che può dare l’idea della effettiva sostenibilità di una posizione e può fornire soluzioni ai nostri dubbi, una persona con cui verificare il nostro investimento in termini economici, piuttosto che di tempo o di conoscenze e know -how.
Il commercialista. Il secondo motivo di angoscia legato alla partita iva. Personaggio considerato spesso alla stregua di un parassita che ci fa pagare le imposte mediante strumenti di tortura come la dichiarazione dei redditi o gli f24. Questa figura in realtà rappresenta uno dei partner migliori che si possano avere in tutti gli stadi di un’iniziativa imprenditoriale, rappresentando un valido aiuto allo sviluppo del business.
Anche nel rapporto con questa figura, tuttavia, emerge l’importanza e la responsabilità nel gestire la propria posizione fiscale. Non credo sia più accettabile sentire parlare di odio per la matematica o di rifiuto per la “gestione delle carte”. In una gestione imprenditoriale integrata, pur non essendo necessario il conseguimento di una laurea in Economia e Commercio, è fondamentale fare domande, informarsi, conoscere e approfondire le dinamiche “tecniche” della propria impresa, ponendosi in maniera orizzontale alle figure che ci danno supporto.
La partita iva: un passaggio naturale verso l’attività imprenditoriale
In questo articolo ho voluto darti un’idea generale sul momento giusto per aprire la partita iva, pur considerando tuttavia i differenti aspetti soggettivi e oggettivi che potrebbero presentarsi. In buona sintesi, però, non dobbiamo considerare la partita iva come il punto di partenza né come un punto di maturità professionale, ma come lo strumento mediante il quale trasformare la nostra idea di business in attività imprenditoriale. Un passaggio naturale.
Mi chiamo Claudio Boni e sono un commercialista. Aiuto i miei clienti nella loro gestione ordinaria e fiscale, cercando di infondere in ognuno una cultura imprenditoriale che consenta loro di sentirsi consapevoli.