Già da tempo si sta facendo strada l’open innovation, l’innovazione aperta. È un nuovo approccio strategico e culturale in base al quale le imprese, per creare più valore e competere sul mercato, non si avvalgono soltanto di risorse di R&D (ricerca e sviluppo) interne, ma cercano idee, soluzioni, strumenti e competenze tecnologiche anche all’esterno. Magari provenienti da realtà snelle e flessibili come freelance e micro-brand, startup, università, istituti di ricerca, consulenti, che hanno una visione diversa e più “fresca”.
Grazie all’open innovation è possibile sviluppare il network attraverso cui accedere a informazioni e risorse complementari, incentivando la nostra amata contaminazione. Questo approccio all’innovazione comporta un cambiamento della cultura interna, e quindi dei processi aziendali, del business model e dei profili lavorativi. Ok, non è semplice, è vero. E ci deve essere una fortissima volontà da parte dell’azienda stessa a mettersi in gioco.
Ne parliamo in questa puntata del podcast “Con la creatività si mangia”, in cui mettiamo a confronto (e in relazione) l’innovazione portata avanti dalle grandi imprese e quella delle piccole realtà, snelle ma molto instabili. Possono esserci benefici comuni dalla collaborazione?