Novità e conferme dalla fiera più importante del settore.

E’da quando ho inaugurato il blog Flowerista che aspetto il momento di visitare My Plant and Gardene raccogliere in un’unica giornata quanti più spunti possibile, direttamente da chi con fiori e piante ha a che fare ogni giorno.

Ed eccomi finalmente al My Plant and Garden edizione 2018, carica di bigliettini da visita e di aspettative giganti.

Ma soprattutto sono a caccia di novità, mi interessa capire quali sono i trend nella presentazione/composizione floreale e quali le opinioni riguardo il tema della digitalizzazione e della filiera corta.

Mi accoglie l’allestimento raffinato ed elegante di Marie Claire Maison progettato da VG, che mi fa immediatamente sentire di essere nel posto giusto: il Decor District è la novità di questa edizione ed è sicuramente il padiglione più interessante, dove creatività, design, lifestyle e fiori si fondono insieme.

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E’ qui che scopro lo shot bar di Tearose Deli, dove gustare le loro preparazioni tutte bio letteralmente servite in provetta; i simpaticissimi vasi “parlanti” di Maku Mura, una giovane azienda spagnola capitanata da un giapponese che parla un perfetto italiano. E poi la flower couture che viene dalla Francia, con le modelle che sfilano agghindate di fiori e piante, per passare alle composizioni incredibilmente scenografiche realizzate dai grandi maestri di fama internazionale, che lasciano davvero a bocca aperta.

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A colpirmi per lo stesso connubio tra ricerca, design e gardening evoluto, benchè situata in un altro padiglione, è la filosofia 100% social media friendly di SoulGreen, la prima realtà italiana a proporre piante di qualità, coltivate nell’Agropontino, facendo leva sul concetto di verde come terapia interiore e crescita personale. Non a caso anche il loro stile di comunicazione è molto contemporaneo e non ha nulla a che fare con gli altri (tanti, troppi) espositori che vantano le classiche foto su catalogo bianco.

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Non posso non fermarmi in quello che delfinerei il paradiso dei cactus e delle piante grasse; sarà che lo stile jungle continua a pervadere il web, sarà che hanno un fascino “pastelloso” particolare, ma questo stand del Garden Bulzaga (Ravenna)è entrato immediatamente nella mia personalissima Top5.

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Concludo questa carrellata parlandovi del distretto di Como e di una piccola realtà a conduzione famigliare che ho scoperto proprio in fiera. Che il clima del Lago fosse mite lo sapevamo, che la zona fosse un importante distretto di produzione floro-vivaistica forse era un po’ meno noto ma con l’articolo su Orticolario avevamo già avuto modo di parlarne. Quello che proprio non mi aspettavo era di trovare in questa zona lo zafferano! Rolando Germani, che mi ha offerto degli ottimi biscotti oltre al suo tempo, ha avviato la sua attività nel 2013 con un impianto di 135 crochi. Oggi è ancora in espansione e soprattutto sta convertendo l’intero ciclo produttivo al biologico.

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Credits LoZafferano del Lago

Per quanto il settore del fiore reciso sia ancora dominato dalle importazioni dall’Olanda e dall’Africa, i produttori in Italia abbiano sofferto anni di crisi e di cambiamenti epocali (vedere le serre abbandonate nel Sud della Sardegna è stato un pugno allo stomaco questa estate), sono storie come queste che mi fanno sperare che il settore intero possa imparare a cavalcare il cambiamento anziché subirlo.

Sebbene in tanti, ancora oggi, ridano di fronte alla mia domanda “Perché non fate rete tra di voi?”, credo che le nuove generazioni sappiano che unirsi non vuol dire per forza copiarsi e che ciascuno può sempre contare sulla propria unicità.

L’interesse nel pubblico c’è. E manifestazioni affollate come questa lo dimostrano. Vedremo se anche il settore saprà rispondere adeguatamente.

Photo Credits: Sara Malaguti
ove non diversamente specificato