In che modo le imprese stanno usando l’Intelligenza Artificiale?

L’Intelligenza Artificiale (IA) sta diventando una risorsa concreta per le PMI italiane, che ormai non la considerano più solo una tecnologia lontana o futuristica. Anche se solamente l’11% delle aziende ha già implementato tecnologie basate sull’IA, quasi un terzo è coinvolto in progetti pilota o attività di formazione per prepararsi al salto. Ma in che modo le imprese stanno usando l’IA? Quali benefici possono ottenere e quali sfide devono affrontare? Scopriamolo insieme!

Intelligenza Artificiale e PMI Italiane: qual è la situazione attuale?

L’uso dell’IA da parte delle PMI italiane è ancora in fase iniziale, ma in costante crescita. Lo dimostrano i dati raccolti nel report “Le PMI nell’era dell’IA: diffusione, opportunità e prospettive” realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Confapi, che ha coinvolto 488 imprese appartenenti soprattutto al settore manifatturiero.

Mentre il 29,7% delle PMI intervistate è impegnato in iniziative legate all’IA, una buona parte rimane curiosa ma incerta. Per molte aziende, il lancio di iniziative in questo campo è ostacolato da una conoscenza limitata delle applicazioni e dei rischi dell’IA. Infatti, quasi la metà delle imprese non ha ancora iniziato alcun progetto legato all’Intelligenza Artificiale proprio per carenza di informazioni.

Un altro dato interessante emerge dalla ricerca “Mid Market and Business Priorities” di SAP Insights: il 58% delle PMI ritiene l’IA generativa una priorità assoluta, mentre il 91% la considera almeno una priorità moderata. Questo indica che l’interesse verso l’IA c’è, e che le imprese stanno diventando sempre più consapevoli del suo potenziale. Occorre però garantire alle aziende italiane l’accesso a informazioni chiare su come adottare l’IA in modo sicuro ed efficace.

I principali usi dell’Intelligenza Artificiale nelle PMI

In quali campi l’IA sta già facendo la differenza per le PMI italiane? Ecco le applicazioni più diffuse, o che stanno prendendo piede:

  • Analisi dei dati: il 29,7% delle PMI sta implementando o ha già adottato l’IA per migliorare l’elaborazione e l’analisi dei dati, e un 38% è interessato a introdurla. Grazie all’AI è possibile raccogliere e interpretare grandi volumi di informazioni in modo rapido e preciso, a supporto di decisioni strategiche più informate. L’analisi dei dati è la chiave per comprendere meglio il mercato e i comportamenti dei clienti attuali e potenziali, permettendo alle organizzazioni di cogliere le opportunità e adattarsi rapidamente ai cambiamenti.
  • Automazione dei processi: il 17,4% delle imprese utilizza l’IA per automatizzare processi aziendali ripetitivi e noiosi, come la gestione della posta elettronica o la classificazione dei documenti. Ma non solo, il 40,6% ha intenzione di introdurla in futuro. Lo scopo è ridurre il carico di lavoro manuale, aumentando l’efficienza e liberando risorse che possono essere impiegate in attività più strategiche.
  • Assistenza alla clientela tramite chatbot: si sta diffondendo anche l’utilizzo di chatbot e sistemi di assistenza automatizzati per gestire le interazioni con i clienti (il 15,5% delle PMI). Questi strumenti consentono di offrire supporto continuo, rispondendo a domande frequenti e risolvendo problemi comuni in tempo reale. Il risultato è una maggiore soddisfazione e fidelizzazione dei clienti.
  • Personalizzazione dei servizi: una percentuale un po’ più bassa ma importante, il 14,2%, usa l’IA per personalizzare i propri servizi. L’IA, infatti, permette di analizzare i dati relativi al comportamento dei clienti e creare offerte mirate, suggerire prodotti in linea con i loro gusti e ottimizzare le strategie di marketing.
  • Sicurezza informatica: l’11,8% delle aziende ricorre all’Intelligenza Artificiale per migliorare la sicurezza informatica, prevenendo le frodi e proteggendo i dati sensibili. L’IA è in grado di rilevare comportamenti anomali e attacchi in tempo reale, per reagire rapidamente a minacce potenziali e ridurre i rischi associati alla sicurezza dei dati.

Solo una piccola parte delle aziende (7,2%) sta utilizzando l’IA per analizzare le tendenze future della domanda, applicando modelli predittivi. Infine, il 4,3% delle PMI la impiega per ottimizzare la gestione delle risorse umane, ad esempio per migliorare i processi di selezione o individuare aree di formazione e crescita per i dipendenti.

L'applicazione dell'intelligenza artificiale nelle aziende PMI italiane. Fonte: “Le PMI nell’era dell’IA: diffusione, opportunità e prospettive” realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Confapi

Gli impatti attesi dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende

L’IA promette di apportare numerosi vantaggi alle PMI, rendendo più snello e fluido il modo in cui operano. L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale potrebbe infatti migliorare la produttività (per il 41,4% delle aziende), ridurre i carichi di lavoro (42,9%) e sostituire attività ripetitive (39,1%), migliorando la qualità del lavoro nel suo complesso (32,6%).

Dall’altro lato, c’è anche la preoccupazione per l’eventuale riduzione di posti di lavoro, in particolare per quelli meno digitalizzati (42,6%). Però, solo il 6,3% delle aziende prevede effettivamente una riduzione del personale; anzi, il 45,5% delle imprese ritiene che i livelli occupazionali potranno addirittura aumentare grazie all’IA, dato che la tecnologia richiederà nuove competenze e aprirà a nuovi ruoli.

In generale, le PMI italiane guardano all’IA con interesse e curiosità, pur consapevoli delle sfide che comporta. L’idea diffusa è che l’adozione dell’IA debba essere gestita con attenzione per non compromettere l’aspetto umano delle attività aziendali e per favorire anche la crescita professionale delle persone.

Impatto dell'Intelligenza Artificiale in azienda: le previsioni sul futuro del lavoro

Le principali sfide nell’adozione dell’IA

L’integrazione dell’IA non è priva di sfide, soprattutto per le PMI, che rispetto alle grandi imprese dispongono di risorse più limitate. Ma quali sono gli ostacoli principali da superare?

Prima fra tutti troviamo la mancanza di competenze tecniche: secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, solo il 15% delle PMI dichiara di avere le risorse necessarie per utilizzare appieno l’IA.

Ma non solo, esiste una resistenza al cambiamento forte, dovuta a barriere culturali e organizzative che rischiano di rallentare il processo di innovazione. Per superare questo ostacolo non basta un cambiamento tecnologico, ma bisogna intraprendere una vera e propria evoluzione del mindset, che coinvolga tutti i livelli aziendali.

Un’altra sfida da non sottovalutare è la qualità dei dati aziendali: l’IA richiede dati numerosi e di alta qualità per alimentarsi al meglio. Il 37% delle PMI ritiene che la scarsa qualità dei propri dati sia un freno alle potenzialità dell’IA.

Nonostante le sfide da affrontare, l’IA può fare la differenza per le PMI, specialmente per quelle capaci di integrarla con gradualità e strategia, partendo da implementazioni mirate.

Come implementare l’IA nei processi aziendali

Per integrare l’IA nel proprio business, è importante partire col piede giusto, adottando fin da subito un approccio strutturato che preveda la standardizzazione dei processi. Qui entrano in gioco le SOP (Standard Operating Procedure).

Una SOP non è altro che una procedura scritta, su carta o digitale, che descrive in dettaglio ogni passaggio necessario per completare una specifica attività. Perché è utile? Perché garantisce un approccio costante e replicabile a ogni processo, riducendo tempi ed errori. Una buona SOP chiarisce lo scopo del processo, suddivide le attività in fasi precise, assegna le responsabilità e fornisce linee guida chiare. L’obiettivo è di non lasciare nulla al caso, permettendo ai team di lavoro di sapere esattamente cosa fare e come farlo.

Su quali processi conviene implementare l’Intelligenza Artificiale?

Per scoprirlo, può essere utile utilizzare una matrice impatto/complessità. Spoiler: i processi ad alto impatto e bassa complessità sono i più indicati!
Per valutare l’impatto si considerano elementi come la frequenza del processo, le risorse liberate e il valore economico che ne deriva (un processo raro e breve con impatto minimo sui profitti, ad esempio, non giustifica l’automazione). La complessità invece si può misurare in tempo e costi impiegati.

Un contesto ideale per l’IA è l’e-commerce, perché raccoglie moltissimi dati. Immagina un assistente IA integrato sul sito di un negozio online: può gestire richieste come il recupero di password, può aggiornare gli utenti sullo stato degli ordini, aiutare nella ricerca dei prodotti in modo automatico e personalizzato, ecc.

Un altro caso è il CRM (Customer Relationship Management), che se ben strutturato può essere potenziato dall’IA per ottimizzare il processo di vendita: per esempio, può assegnare automaticamente tag ai contatti in base all’interesse, creare bozze di email personalizzate, preparare preventivi, e tanto altro!

Il futuro dell’Intelligenza Artificiale nelle PMI italiane

Guardando al futuro, è chiaro che l’Intelligenza Artificiale giocherà un ruolo sempre più importante per le aziende italiane, nonostante le sfide da affrontare. La crescente consapevolezza delle potenzialità dell’IA sta già spingendo molte imprese a investire nelle nuove tecnologie per migliorare la loro competitività e resilienza.

Più della metà delle PMI considera l’IA generativa una priorità per l’innovazione, e non solo, anche la formazione continua è vista come essenziale per supportarne lo sviluppo e preparare i team al futuro del lavoro.

Il successo dell’Intelligenza Artificiale non dipende solo dalla tecnologia, ma dalla capacità delle imprese di adattarsi e apprendere

Le PMI che sapranno costruire una cultura dell’innovazione e formare il proprio team in ottica digitale saranno in vantaggio rispetto ai concorrenti. Probabilmente la chiave sarà trovare un equilibrio tra tecnologia e visione umana, per cogliere le opportunità offerte dall’IA mantenendo al centro i valori e le competenze che caratterizzano il tessuto imprenditoriale italiano.

Quello che spesso manca è una visione chiara su come integrare queste tecnologie in azienda. Le PMI italiane hanno sempre mostrato grande creatività e flessibilità, qualità che rappresentano un valore enorme, ma che rischiano di diventare un limite se non vengono incanalate verso strutture organizzative più efficienti. La formazione e il supporto tecnico faranno la differenza, così come lo sviluppo di una cultura del dato che permetta di prendere decisioni basate su analisi oggettive anziché su intuizioni.

Mentre l’AI offre infinite possibilità, le PMI italiane hanno una scelta molto importante davanti: possono adottare un approccio strutturato, vedendo l’Intelligenza Artificiale non solo come uno strumento, ma come un vero e proprio motore del cambiamento. In questo modo potranno portare avanti una crescita sostenibile e orientata al futuro.

Fonti:
Report “Le PMI nell’era dell’IA: diffusione, opportunità e prospettive” della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Confapi;

Automatizzare L’Intelligenza: Il Nuovo Modo Di Integrare l’Intelligenza Artificiale Nel Tuo Business”, Kristian Di Lillo

Report “Mid Market and business priorities” di SAP Insights;

Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano.