In un’epoca sempre più orientata alla produttività e alle prestazioni, l’elemento umano rischia spesso di essere trascurato. L’importanza del riconoscimento personale nel contesto lavorativo si rivela cruciale per instaurare un ambiente di lavoro sano e produttivo. Il profondo desiderio di essere riconosciuti come individui, oltre che come lavoratori, può esercitare un impatto notevole sulla soddisfazione professionale e sul benessere complessivo.
Recentemente, ho condotto un’indagine di Customer Discovery in collaborazione con la community Flowerista Società Benefit, focalizzata su tre sessioni di consulenza individuali destinate ai liberi professionisti impegnati nello smart working. L’obiettivo primario era ottimizzare l’organizzazione del lavoro e migliorare la gestione del tempo al fine di massimizzare l’efficienza produttiva.
L’impegno e la partecipazione attiva di questi professionisti, hanno confermato alcune riflessioni personali sullo smart working, e allo stesso tempo hanno fatto emergere dettagli significativi, nuovi. Tra questi, tre risultano particolarmente interessanti.
Una nuova visione della produttività
Durante le consulenze è emerso un nuovo concetto di produttività, inteso come un equilibrio tra flessibilità e creatività. La consapevolezza che la produttività può manifestarsi anche nelle fasi meno visibili del lavoro è stata una scoperta apprezzata dai partecipanti.
La complessità dello smart working
La conferma della mia idea che lo smart working è un sistema complesso è stata sottolineata durante le consulenze. “Devi fare squadra con te stesso” è una frase che ha colpito profondamente, evidenziando le sfide affrontate dai professionisti e sottolineando la necessità di un approccio personalizzato per ottimizzare il lavoro remoto.
L’importanza del riconoscimento personale nel contesto lavorativo
Un punto cruciale è stato il desiderio di essere riconosciuti come individui all’interno del contesto lavorativo. Integrare elementi che trattano le persone come persone, oltre a lavoratori, ha dimostrato un impatto significativo. La positiva reazione al riconoscimento del proprio sistema organizzativo come migliorabile, senza etichettarlo come completamente errato, è stata fondamentale per instaurare una relazione di fiducia e apertura.
Mi soffermerei su questo aspetto finale, che è ricco di elementi attuali, pertinenti e coerenti. Nel contesto moderno, le persone, con lavoro autonomo o dipendente, che adottano approcci smart, flessibili e ibridi, necessitano di sentirsi apprezzate non solo per le loro competenze, ma anche per la loro capacità di gestire autonomamente il proprio tempo e adattarsi a nuove forme di collaborazione. Questa esigenza emerge in maniera forte, attraverso una ricerca costante in un ambiente accogliente che valorizzi il loro contributo.
Quando una persona si sente riconosciuta, inizia a percepire il proprio sistema organizzativo come migliorabile, poiché non etichettato come “sbagliato” o “tutto da rifare”. Questa prospettiva aperta crea un clima di accettazione e apertura al cambiamento. Le persone sono più propense a partecipare attivamente a iniziative di miglioramento quando percepiscono che il riconoscimento della loro identità non è compromesso da un’analisi critica del sistema. Ne deriva una reazione positiva di accettazione.
Al cuore di un metodo di successo
Per mettere in atto un nuovo metodo, occorre un contesto lavorativo più inclusivo, stimolante e produttivo. La percezione di essere riconosciute come persone ad esse di investirsi in modo più completo e appassionato, contribuendo così in maniera significativa al successo complessivo dell’organizzazione.
Questa integrazione del riconoscimento personale assume un ruolo cruciale sia nel contesto del lavoro indipendente sia nelle dinamiche dello smart working.
In un’epoca in cui la tecnologia e la connettività permettono forme di lavoro sempre più flessibili, il riconoscimento personale emerge come il cuore pulsante di un metodo di successo, indirizzando la motivazione e la dedizione nel raggiungimento degli obiettivi professionali.
Sono tre, dunque, i suggerimenti che vorrei dare a tutte le persone che nutrono curiosità ed interesse per questi aspetti, siano esse dipendenti, collaboratori, liberi professionisti o responsabili in aziende più o meno grandi; al fine da poter diffondere nei loro contesti lavorativi, dinamiche positive, di accettazione, collaborazione e condivisione:
1. Comunicazione aperta e feedback positivo:
- Fornire feedback regolare e specifico sul lavoro dei collaboratori;
- Sottolineare gli aspetti positivi e le realizzazioni significative;
- Mostrare apprezzamento per gli sforzi e le competenze che contribuiscono al successo
del team.
2. Cura e ascolto empatico:
- Dedicare del tempo per instaurare relazioni più profonde con i collaboratori;
- Ascoltare attentamente le loro storie, preoccupazioni e aspirazioni;
- Manifestare interesse genuino per la loro crescita professionale e personale, creando
un ambiente in cui ogni membro del team si senta compreso, supportato e valorizzato.
3. Celebrazione dei successi:
- Celebrare pubblicamente i successi del team attraverso riunioni o eventi speciali;
- Riconoscere e premiare i risultati straordinari, fornendo un riconoscimento tangibile;
- Creare un ambiente positivo che alimenta la motivazione e il senso di appartenenza.
Conclusioni: l’essere valorizzati come fattore imprescindibile per la collaborazione e la crescita reciproca
Quando le persone si sentono valorizzate per la loro unicità e vedono il contesto lavorativo come un luogo in cui possono contribuire al risultato finale, anche in termini di obiettivi condivisi, si crea un clima favorevole alla collaborazione e alla crescita reciproca.
Questa oggi è un’esigenza esplicita e allo stesso tempo un risultato perseguibile.
Le aziende di ogni dimensione con persone che lavorano in sede o distanti, i liberi professionisti che hanno collaborazioni, su più fronti, con più persone diverse, con tempi ed organizzazione del lavoro distanti, possono fare la differenza prestando attenzione a questi aspetti, che si, sono tipicamente personali e relazionali, ma sul lungo periodo contribuiscono alla riuscita di tutti, come persone, appunto, integrate in un sistema organizzativo, che le vede.
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Mi appassiona la gestione organizzativa sotto tutti i suoi aspetti. Pianificare e organizzare rappresentano attività
di grande valore per la persona. Non esiste un approccio di organizzazione universale e valido per tutti; esistono
piuttosto strategie di miglioramento personalizzate.