Daniel Gonzalez, artista della scena contemporanea al lavoro tra New York, Berlino e l’Italia, ci parla dei ricordi e delle emozioni che ha voluto includere nei suoi Flowerpots.

Ricordarsi la sensazione di incanto provata da bambini.
Farsi sorprendere dagli oggetti intorno a sé, di colpo non più banali.
Pensare che in ogni cosa ci sia un po’ di magia.

E’ quello che mi è successo di fronte alle opere di Daniel Gonzalez, esposte negli spazi del Ventura Future durante la Design Week, mentre l’artista mi raccontava la genesi di quell’idea così famigliare e particolare al tempo stesso.

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Credits immagine Sara Malaguti

Flowerpots – contenitori per fiori con un’anima in metallo, ricoperti di paillettes cucite a mano – rievocano la fantasia del bambino che osserva i pomodori della nonna crescere all’interno del fustino di Mastrolindo, usato come vaso. Ai suoi occhi, ciò è possibile solo grazie alla magia. Ecco allora le Wild Promises, le promesse (mantenute?) riprodotte con ago e perline sull’opera che ospita una pianta di basilico. O il Killing Time, che riporta indietro l’orologio della memoria, sino ad arrivare ai tempi dell’antica Persia con quel vaso ricamato di lato.

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Credits immagine Sara Malaguti

Daniel González è un artista che crea mondi irrazionali pieni di energia, aree di libertà dove le convenzioni sociali collassano. La particolarità della sua arte è il mettersi a disposizione della vita: le sue opere, infatti, possono essere utilizzate, cosa assolutamente non scontata quando si parla di arte. Come i portafiori appunto, concepiti con un sistema incorporato di drenaggio dell’acqua e resistenti all’acqua e ai raggi solari.

A fianco della produzione di opere su tela in paillettes come queste, González sviluppa anche altri progetti tra arte e design, presentati in gallerie d’arte, musei, festival e fiere di tutto il mondo.

Come il nuovissimo concetto di carta da parati 3D in Mylar (il polipropilene metallizzato solitamente impiegato nel packaging) che ricopre le pareti tutt’intorno ai Flowerpots, riflettendo e propagando insieme ad essi la luce.

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Courtesy Studio Daniel Gonzalez

144 metri quadrati di materiale ritagliato in sottili e leggerissime strisce color oro, incollate a mano, occupano i 20 metri quadri dell’area espositiva, creando un effetto di straniamento e meraviglia grazie al movimento, al rumore e allo scintillio.  “Un’emozione impressa sul muro, ma ancora viva” la definisce González, che di ricordi ed emozioni parla spesso attraverso le sue opere.

E rivivere i nostri ricordi e le nostre emozioni grazie alle sue è un’esperienza che solo l’arte sa regalare.

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Credits immagine Elena Girelli, Project Manager – Studio Daniel González inc.