Che i fiori abbiano da sempre ispirato gli artisti nella realizzazione delle loro opere è cosa nota. Un po’ meno noto è che vengono impiegati anche nell’arte contemporanea.

Dalle nature morte di Caravaggio ai girasoli di Van Gogh, passando per le ninfee di Monet fino ad arrivare al più recente Andy Warhol, i fiori sono stati protagonisti di vere e proprie correnti figurative nella storia dell’arte.

La pittura di fiori o soggetti naturali (Natura morta) nasce come genere minore rispetto a quella storica, religiosa o mitologica. In Europa il primo artista che dipinse un vaso di fiori fu il fiammingo Hans Memling nel 1490, ma la consacrazione del genere si ebbe con Caravaggio e la sua “Canestra di frutta” (1599).

Nel corso dei secoli, i quadri di fiori raggiunsero un’intensità e un’originalità estetica assai superiore ad una semplice riproduzione botanica. E se nel Settecento il tema floreale sembra esser meno presente, nel secolo successivo se ne registra una forte e decisiva ripresa, che culmina nel Liberty di inizio Novecento.

Con l’avvento del XX secolo gli strumenti espressivi e le tecniche si ampliano e con essi anche la capacità di utilizzare i fiori, che non vengono più solo riprodotti ma anche usati così come sono, negli assemblages, nelle installazioni, in fotografia. Gli artisti li inseriscono all’interno delle loro opere o addirittura li elevano a opere d’arte essi stessi. Il che ovviamente potrebbe destare il dubbio se chiamarli artisti o fioristi, ma aldilà dell’appellativo, il risultato è stupefacente.

Anne Ten Donkelaar

Poetiche ed eteree le opere che compongono  la serie “Underwater ballet”, progetto dell’artista olandese Anne Ten Donkelaar.
Da sempre attratta dalla natura – che sia un ramo, un pezzo di corteccia o un petalo – Anne ha immerso in acqua coloratissimi bouquet di fiori, tenendoli ancorati al fondo grazie a piccoli gioielli in metallo legati agli steli.
Il risultato è lieve, eppure persistente: i fiori danzano in una coreografia silenziosa, quasi spirituale.

anneten.nl

Azuma Makoto

Dopo aver lanciato letteralmente un bonsai nello spazio, nel suo ultimo progetto il giapponese Makoto Azuma ha voluto congelare i fiori.
Con “Iced Flowers” le composizioni floreali vengono inserite dentro grandi blocchi di ghiaccio in cui mutano e si evolvono. Come dice l’artista, la serie invita tutti gli spettatori a “godersi il modo in cui i fiori e il ghiaccio cambiano se stessi nel corso del tempo, dove l’ecosistema diventa uno spazio inorganico in vivido contrasto con la vitalità dei fiori”.

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azumamakoto.com

Isa Genzken

Consacrata a livello internazionale dalla partecipazione alla Biennale di Venezia del 2007, l’artista tedesca ha spesso utilizzato oggetti frutto della produzione di massa, come souvenirs e fiori di plastica, assemblati in sculture e installazioni. Le sue opere commentano la vita contemporanea e vanno considerate come indagine sociale, in un’ambivalenza tra tragicità e ironia.

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Rose III è invece una scultura alta otto metri realizzata a partire da un fiore vero selezionato dalla Genzken e mandato in fonderia. Il fiore sottolinea per contrapposizione la fragilità e la bellezza comunemente associati all’immagine della rosa.

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saatchigallery.com

Inex e Viinodh

Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin, olandesi, si conoscono ad Amsterdam nel 1986 e diventano una coppia sia sul lavoro sia nella vita. L’incertezza è alla base di quasi tutte le immagini che i due fotografi creano. Il loro lavoro oscilla tra moda e arte, riflettono sulle contraddizioni della vita di tutti i giorni attraverso un ingrandimento estremo di ogni singola parte. Come ad esempio nella serie “Frozen Flowers”, in cui i fiori, dapprima congelati, vengono indagati minuziosamente attraverso la fotografia macro.

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inezandvinoodh.com

Oleg Oprisco

Di origine ucraina, Oleg Oprisco è un fotografo che ama creare immagini surreali ed eteree partendo da situazioni totalmente reali, che lui stesso crea con modelle, oggetti di scena, composizioni floreali e scenografie. Non usa infatti il fotoritocco, bensì lavora su pellicola utilizzando solamente dei vecchi modelli di reflex.

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oprisco.com