Come ogni anno, in Flowerista ci siamo riunite per confrontarci sui trend emergenti, osservandoli dai nostri diversi punti di vista. Grazie infatti alla varietà del Team, composto da figure con competenze che spaziano dalla sostenibilità all’AI e al digital marketing, abbiamo potuto analizzarli da prospettive complementari.
Ecco quindi che abbiamo voluto riassumere in questo articolo i principali trend che definiranno il futuro delle relazioni tra brand e consumatori, secondo noi.
1. Personalizzazione dell’AI
L’AI diventerà un pilastro fondamentale nelle strategie di marketing, con un valore di mercato stimato di 190,61 miliardi di dollari. Le AI avanzate come ChatGPT e Claude aiuteranno le aziende a personalizzare i contenuti su larga scala e a prevedere il comportamento dei consumatori.
Il prompt engineering con le tecniche del CoT (chain of thoughts) di certo non bastano per garantire coerenza con quello che è il TOV(tono di voce) di un brand o con un particolare stile. Ecco perché il tema della personalizzazione è fondamentale. Tale questione non va intesa solo come conditio per un’efficienza migliore con l’AI: è il futuro. Infatti, la capacità di personalizzare un’AI Generativa farà la differenza in termini di output. Non solo: anche l’organizzazione delle informazioni è cruciale per ottenere riscontri dall’AI degni di nota. A tal proposito, la RAG – retrieval augumented generation – è un sistema fondamentale in tutti gli Assistant e gli Agenti autonomi.
AI Agent e GPT: due tecnologie, due ruoli distinti
Gli AI Agent e i modelli GPT rappresentano due componenti fondamentali nel panorama dell’intelligenza artificiale, ciascuno con caratteristiche e applicazioni specifiche.
Cosa sono gli AI Agent?
Un AI Agent è un sistema progettato per agire autonomamente, risolvendo problemi e completando attività senza richiedere intervento umano continuo. Può prendere decisioni, imparare dall’ambiente circostante e adattarsi a situazioni diverse.
Caratteristiche principali degli AI Agent:
- Autonomia: Eseguono compiti complessi in modo indipendente. Ad esempio, possono gestire operazioni aziendali o coordinare processi logistici.
- Interazione con l’ambiente: Possono raccogliere dati da fonti diverse (come sensori o database), analizzarli e utilizzarli per prendere decisioni.
- Applicazioni ampie: Sono utilizzati in settori come l’e-commerce (es. raccomandazioni personalizzate), la robotica (es. robot per la manutenzione) e il customer service (es. assistenti virtuali avanzati).
Esempio:
Un AI Agent in un’azienda potrebbe monitorare i livelli di inventario, ordinare automaticamente prodotti mancanti e comunicare con il reparto acquisti per ottimizzare i costi. Tutto questo senza bisogno di un intervento umano diretto.
Cosa sono i GPT?
Un GPT, invece, è un modello di intelligenza artificiale specificamente progettato per comprendere e generare testo in linguaggio naturale. È uno strumento altamente specializzato per compiti legati alla comunicazione scritta o parlata.
Caratteristiche principali dei GPT:
- Focus sul linguaggio: Sono eccellenti nella generazione di testi, nella traduzione, nella risposta a domande o nella sintesi di contenuti.
- Pre-addestramento su larga scala: Addestrati su enormi dataset testuali, i GPT “apprendono” le regole del linguaggio umano e possono rispondere in modo naturale e contestuale.
- Dipendenza da input umano: Non sono autonomi; hanno bisogno di un input (una domanda o un comando) per attivare una risposta.
Esempio:
Un GPT può essere utilizzato per scrivere un articolo, rispondere alle domande dei clienti in una chat o creare contenuti personalizzati per una campagna di marketing dopo un’attenta analisi di mercato.
Un recente report, citato da Vincenzo Cosenza nella sua newsletter, sottolinea che la personalizzazione dell’AI non deve essere guidata esclusivamente dall’efficienza, ma piuttosto da un approccio centrato sulle persone. Questo shift concettuale potrebbe ridefinire il ruolo dell’AI, trasformandola in un mezzo per ispirare, educare e coinvolgere su livelli più significativi.
Insomma, la capacità di personalizzare l’AI Generativa determina una sorta di mimesi. La sfida futura da cogliere è garantire autenticità e pluralismo pur avvalendosi di sistemi di GenAI in ottica etica e collaborativa. La Trasparenza nell’uso dell’AI, la diversità nei dataset di training e un’attenzione meticolosa nella tutela della privacy sono elementi imprescindibili che devono entrare nel DNA dell’innovazione.
Ultimo, ma non meno importante, è il complesso tema della sostenibilità della GenAI: è ancora possibile dire di usare consapevolmente l’AI, se non si ha idea dell’impatto ambientale dei data center?
L’uso dell’IA da parte delle PMI italiane è ancora in fase iniziale, ma in costante crescita. Lo dimostrano i dati raccolti nel report “Le PMI nell’era dell’IA: diffusione, opportunità e prospettive” realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Confapi, che ha coinvolto 488 imprese appartenenti soprattutto al settore manifatturiero.
Mentre il 29,7% delle PMI intervistate è impegnato in iniziative legate all’IA, una buona parte rimane curiosa ma incerta. Per molte aziende, il lancio di iniziative in questo campo è ostacolato da una conoscenza limitata delle applicazioni e dei rischi dell’IA. Infatti, quasi la metà delle imprese non ha ancora iniziato alcun progetto legato all’Intelligenza Artificiale proprio per carenza di informazioni.
Un altro dato interessante emerge dalla ricerca “Mid Market and Business Priorities” di SAP Insights: il 58% delle PMI ritiene l’IA generativa una priorità assoluta, mentre il 91% la considera almeno una priorità moderata. Questo indica che l’interesse verso l’IA c’è, e che le imprese stanno diventando sempre più consapevoli del suo potenziale. Occorre però garantire alle aziende italiane l’accesso a informazioni chiare su come adottare l’IA in modo sicuro ed efficace.
2. Sostenibilità: il pilastro delle strategie aziendali
Il 93% dei consumatori globali vuole adottare stili di vita più sostenibili, e il marketing deve adattarsi. Tuttavia, come evidenzia il report di Kantar, molte aziende hanno difficoltà a integrare efficacemente la sostenibilità nelle loro strategie. Nonostante ciò, i marchi che riescono a farlo generano un valore complessivo di 193 miliardi di dollari tra i 100 brand più importanti del mondo.
3. Inclusività e diversità come leva strategica
Un’altra priorità crescente è l’inclusività, che influenza le decisioni d’acquisto di 8 consumatori su 10, secondo il Brand Inclusion Index 2024 di Kantar. Le aziende devono andare oltre la semplice rappresentazione simbolica, adottando approcci autentici e strategici per creare legami più profondi con una clientela diversificata. Questo trend è particolarmente rilevante per Millennials e Gen Z, che considerano l’inclusività un valore imprescindibile.
4. Data Analysis: la chiave per decisioni aziendali vincenti
Il 2025 segnerà una svolta decisiva nel ruolo dei dati come motore principale delle strategie aziendali. Secondo IDC, il volume globale dei dati raggiungerà i 175 zettabyte (175 miliardi di terabyte), con un incremento del 61% rispetto al 2020. In questo scenario, la capacità di raccogliere, analizzare e utilizzare questi dati diventerà un fattore competitivo determinante.
Strumenti avanzati come il machine learning e le piattaforme di business intelligence saranno fondamentali per trasformare grandi quantità di dati grezzi in informazioni utili. Questi strumenti consentiranno alle aziende di prevedere con maggiore precisione le tendenze di consumo, identificare nuovi segmenti di mercato e ottimizzare i processi decisionali.
5. L’ascesa dei dati sintetici per sperimentare e testare nuove strategie
I dati sintetici rappresentano una nuova frontiera per il marketing e l’innovazione. Si tratta di dati generati artificialmente utilizzando algoritmi avanzati, come quelli di machine learning, per simulare comportamenti, preferenze o caratteristiche di cluster di utenti reali. Questi dati offrono molteplici vantaggi, soprattutto in termini di privacy e flessibilità nella sperimentazione.
I dati sintetici non sono semplicemente copie di dati reali, ma vengono creati utilizzando modelli statistici che riproducono schemi e caratteristiche dei dataset originali. Per esempio:
- Se un brand ha dati demografici e comportamentali di un gruppo di utenti, può utilizzare un modello di generazione di dati per creare cluster sintetici che rappresentano un campione realistico.
- Questi dati possono essere usati per testare nuove strategie o simulare scenari futuri senza la necessità di accedere ai dati reali degli utenti.
6. La SEO diventa Search Everywhere Optimization
Le abitudini di ricerca degli utenti stanno evolvendo rapidamente, trasformando le strategie di marketing dei brand. Nel 2025, per competere efficacemente nel mondo della ricerca, sarà indispensabile ampliare gli orizzonti oltre Google.
Il 64% della Gen Z e il 49% dei Millennials cerca informazioni su TikTok, mentre il 67% della Gen Z utilizza Instagram come motore di ricerca. Facebook e Pinterest continuano a essere rilevanti per specifiche fasce di utenti, e Amazon si conferma una piattaforma cruciale, con metà dei consumatori che inizia qui la ricerca per gli acquisti.
A complicare ulteriormente il panorama si inserisce ChatGPT, che potrebbe diventare la fonte di informazioni preferita.
7. Collaborazione con i creator
Il 2025 vedrà l’espansione della creator economy, stimata a 480 miliardi di dollari entro il 2027, secondo Goldman Sachs. I creator non sono più solo influencer, ma veri e propri costruttori di community. I brand che collaborano con creator autentici possono migliorare significativamente la fiducia e l’engagement del pubblico, soprattutto se il contenuto è allineato con i valori aziendali. Il contenuto generato dagli utenti, User-Generated Content (UGC), continuerà a crescere, consolidandosi come strumento di engagement e fiducia. Le aziende investiranno in strategie per incoraggiare UGC di alta qualità, trasformando i clienti in ambasciatori del marchio.
8. Social Media come Ecosistemi Completi
I social media continueranno a evolversi fino a diventare piattaforme che integrano e-commerce, intrattenimento, notizie e servizi di comunicazione. Instagram e Facebook diventeranno autentiche “super app”, mentre il Social Media Manager 2.0 sarà un vero e proprio Creator aziendale. La figura del Social Media Manager (SMM) si sta trasformando profondamente. Non è più sufficiente pianificare e pubblicare post; oggi, questa figura deve saper creare contenuti multimediali di alta qualità e spesso mettere la propria persona al centro della comunicazione, soprattutto nei settori B2C. Questo approccio si basa su due elementi chiave:
- Costruire una connessione umana autentica:
Gli utenti tendono a fidarsi di più di persone che di marchi astratti. Un SMM che si trasforma in Creator contribuisce a dare un volto e una voce al brand, rendendolo più accessibile e umano.
- Sviluppare competenze da storyteller e videomaker:
I Social Media Manager di nuova generazione devono essere capaci di produrre e montare video, ideare format originali e raccontare storie in linea con i valori del brand, spesso attraverso piattaforme incentrate sul video come TikTok, Instagram, YouTube e LinkedIn.
9. Marketing Sostenibile e Orientato ai Valori
È in atto già da tempo, ma sempre più i consumatori chiedono sempre di più un impegno concreto verso la società e l’ambiente. Le aziende dovranno integrare valori etici nelle loro strategie di marketing, dimostrando il loro impatto attraverso azioni concrete e tangibili.
10. Autenticità e storytelling
La Generazione Z, cresciuta in un contesto dominato dalla tecnologia e da un continuo flusso di stimoli digitali, tende a guardare con sospetto le forme tradizionali di pubblicità, come gli spot televisivi e i banner online. Campagne eccessivamente patinate o apertamente persuasive sono spesso giudicate poco autentiche e quindi facilmente ignorate. La Gen Z predilige contenuti che appaiono più autentici e genuini, spesso creati da influencer, creator o utenti comuni. Questo tipo di approccio comunica trasparenza e favorisce un legame di fiducia con un pubblico che cerca interazioni più sincere con i brand.
La Gen Z esercita una forte influenza su altre generazioni, come i Millennials, la Gen X e persino i Baby Boomers, contribuendo a definire nuovi standard nella relazione tra consumatori e brand. La crescente sfiducia verso la pubblicità tradizionale e la preferenza per esperienze più autentiche e interattive si stanno trasformando in un fenomeno globale. Per rimanere rilevanti, le aziende devono abbracciare questo cambiamento, offrendo contenuti capaci di creare un dialogo genuino e coinvolgente con un pubblico sempre più esigente e consapevole.
Conclusioni
Il marketing del 2025 sarà definito dalla capacità delle aziende di bilanciare sostenibilità, innovazione tecnologica e autenticità. Investire in strategie che riflettano questi trend non solo garantirà una crescita sostenibile, ma rafforzerà il legame emotivo tra brand e consumatori, fondamentale per il successo a lungo termine.
Anna Iorio, CTO e Digital Marketing Manager, e Cristina Boccaccini, Digital Marketing Manager e Responsabile dell’area Playsphera del team Flowerista.
Nerd nell’anima, appassionate di creatività e innovazione, campionesse di brainstorming.
Che si tratti di mettere le mani in pasta con nuovi tool o esplorare le ultime novità in materia di Intelligenza Artificiale, Anna e Cristina sono pronte a condividere le loro scoperte e conoscenze attraverso articoli di blog scritti a quattro mani.