Cos’è il Photovoice e come può aiutarti a connetterti con il tuo talento?
Avete mai pensato all’infinito album di fotografie che portate in tasca ogni giorno? Esplorare le nostre memorie visive può essere un modo per connetterci con noi stessi, con i nostri desideri e con le nostre risorse interiori. Tutti elementi chiave quando stiamo attraversando un momento di cambiamento, sia personale che lavorativo.
1. Fotografia come linguaggio per esplorare sé stessi
Può sorprendere pensare quanto potenziale si celi all’interno delle immagini scattate nel nostro quotidiano. Eppure la fotografia, grazie al suo linguaggio polisemico che si presta a contenere molteplici significati, sensazioni ed emozioni in un unico luogo, si è consolidata come strumento utile e innovativo per esplorare sé stessi e riportare il focus sulle nostre necessità.
Due tecniche in particolare, il Photovoice e la fotografia terapeutica, possono diventare buone alleate sia per una migliore comprensione del momento attuale, sia per riuscire a riflettere e guardarci indietro con attenzione e assenza di giudizio. Grazie infatti all’uso di queste metodologie artistiche (arts-based methods, o ABM) possiamo aprire spazi di autoesplorazione, di crescita personale e di comunità che vanno a sostenere le nostre scelte e direzioni.
Ovviamente, parlando di evoluzione personale, è facile capire come l’impatto di queste tecniche si possa estendere anche al contesto lavorativo, riuscendo a trasformare sia la percezione individuale che il dinamismo di squadra.
2. Facciamo chiarezza- Che cos’è il Photovoice e la Fotografia Terapeutica?
Il Photovoice è una metodologia che incoraggia le persone a raccontare le proprie storie attraverso la fotografia.
Si tratta di un processo partecipativo in cui gli individui e le comunità, spesso marginalizzate o poco rappresentate, utilizzano la fotografia per documentare la propria esperienza e influenzare il cambiamento sociale. Può essere utilizzato come metodo di ricerca partecipativa o come strumento di coinvolgimento ed interazione con le comunità. Molti elementi del photovoice (per esempio, scattare foto, scrivere didascalie, riflettere sulle tematiche e confrontarsi con gli altri), sono adattabili ai contesti più vari, poiché diventano la base dalla quale partire per una visione più profonda ed olistica di noi e della situazione che viviamo.
Per fotografia terapeutica invece si intende un’approccio che sfrutta l’arte fotografica per facilitare la comunicazione e l’esplorazione delle emozioni, contribuendo al benessere della persona e all’integrazione delle sue parti. Con la fotografia terapeutica abbiamo la possibilità di entrare a contatto con noi stessi, riguardandoci e dialogando con le immagini prima di tutto. E’ sempre sorprendente vedere fin dove si può arrivare partendo da fotografie di archivio personale, familiare o anche scattate ex-novo con un prompt in mente.
3. Bisogni, Risorse e Talenti
E’ facile quindi comprendere come la fotografia, utilizzata come strumento di esplorazione personale, può rivelare molto sui nostri talenti nascosti e le nostre aspirazioni latenti. Attraverso il photovoice e la fotografia terapeutica si possono mettere a fuoco i propri bisogni ed inclinazioni- Ma anche ciò che abbiamo disponibile come risorse da mettere in gioco!
In un momento di cambiamento e di transizione lavorativa, queste tecniche possono diventare un faro guida. Catturare visivamente i sentimenti e le sfide legate a un passaggio professionale può fornire chiarezza e comprensione. Questo processo terapeutico può anche aiutare a navigare le emozioni associate al cambiamento, riducendo lo stress e fornendo una prospettiva positiva sulla nuova fase lavorativa.
Nel contesto di un cambiamento di carriera, il Photovoice può essere utilizzato come strumento di identificazione di nuove opportunità. Immagini che simboleggiano desideri e ambizioni futuri possono essere il punto di partenza per delineare obiettivi chiari e sviluppare strategie concrete per raggiungerli.
4. E nel contesto lavorativo?
Entrambe le tecniche del Photovoice e della Fotografia Terapeutica possono essere integrate in contesti lavorativi per migliorare la consapevolezza individuale e la dinamica di gruppo. Sia a livello individuale che di team, la fotografia diventa il mezzo per esplorare i propri punti di forza, e focalizzare le sfide e gli obiettivi unici del nostro contesto lavorativo. In un team, la condivisione di fotografie può creare connessioni più profonde, promuovendo la comprensione reciproca e rafforzando la collaborazione. Questo è stato il caso del mio lavoro con Flowerista, che ha prodotto uno “user manual” dei membri del team, con il quale ognuno si è confrontato e messo in gioco e che può essere consultato come strumento di conoscenza e supporto al lavoro del gruppo.
Attraverso la condivisione di esperienze visive, i membri del team possono sviluppare una connessione più profonda, aumentando la fiducia e la collaborazione tra di loro. Questa partecipazione attiva porta a una maggiore comprensione delle diverse prospettive all’interno del gruppo, potenziandone la creatività e la capacità di risoluzione dei problemi.
5. E sul lungo termine?
Le persone che hanno affrontato e documentato transizioni attraverso le immagini hanno spesso una prospettiva più positiva e adattabile. Far luce sui propri talenti e bisogni in maniera creativa può aiutarci a chiarire i nostri desideri e delineare una mappa con la quale raggiungerli.
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Sono una professionista che opera nel campo del photovoice e della fotografia terapeutica con un background che spazia dall’iconografia visiva alla psicologia. Attraverso l’utilizzo di processi artistici guido le persone a mettere a fuoco le proprie risorse, necessità ed emozioni con creatività e immaginazione, invitandole ad esplorarsi e dialogare con le proprie immagini.