Scritto da Chiara Ciceri
Nei miei 8 anni da libera professionista ho affrontato parecchie difficoltà, probabilmente simili alle tue.
Ho cambiato professione (da Marketing & Communication expert a Counsellor), ho cambiato target (da B2B alla relazione di cura), ho cambiato identità (da professionista centrata sul lavoro a madre di due bambini). Pur voluta, pur carica a palla, è stata una rivoluzione. Ho dovuto conoscere la mia nuova me stessa e la mia clientela potenziale, ho dovuto imparare ad usare i social per lavoro, iniziare ad occuparmi più direttamente delle questioni fiscali e previdenziali, gestire milioni di imprevisti. Il tutto in un’altalena tra entusiasmo e stress. E sfiorando il burn-out, nonostante la mia professione.
Forse penserai che sia un pericolo lontano (e te lo auguro!), ma è bene sapere che il burn-out è come un domino di tesserine di stress (dannoso, perché c’è anche quello utile). Tendiamo a sottostimare le singole tessere e ci accorgiamo della fila quando iniziano a cadere con le nostre certezze e la fiducia in noi stesse. E lì è tardi perché riprendersi da un burn-out richiede tempi lunghi.
La mia missione è proprio lavorare per aiutare le persone a tenere basso il livello di stress dannoso. Come? Noi umani siamo pensieri e relazioni. Io ti aiuto a renderli più confortevoli.
Ecco quindi alcuni consigli di buone pratiche evidence based.
Attenzione al confronto disfunzionale con gli altri
La tendenza umana è quella di ricorrere al confronto con gli altri in mancanza di criteri oggettivi che dimostrano il nostro valore. Ad esempio in un periodo in cui vediamo calare il fatturato, il numero di clienti o in cui ci mancano le recensioni positive che ci aspettavamo, siamo spinti maggiormente a confrontarci con i nostri colloeghi e concorrenti. Loro sono “più” e noi siamo “meno” (meno bravi, meno fortunati, meno determinati…). Così inneschiamo una spirale discendente.
Soluzione: quando ti ritrovi a pensare “lei lavora meglio…” “lui è avvantaggiato da…” “Io non sono in grado…” fai scattare l’allarme e vai a farti un giro nella natura, oppure scatenati con la tua canzone preferita. Queste attività diminuiscono la chimica ansiogena perché attivano l’emisfero destro. Ti ritroverai così a interrompere i pensieri disfunzionali e a generare intuizioni. Poi cerca un podcast motivazionale e fai girare le idee in modo costruttivo.
Gestire lavoro e vita privata per costruire il work life balance
Da libere professioniste è ancora più difficile separare lavoro e vita privata. Questo potrebbe avere impatti sulle vostre relazioni importanti: siete assorbite da attività che vi risucchiano energie inutilmente? Siete mentalmente presenti con i vostri cari e i vostri amici quando siete con loro? La mente va spesso al lavoro e ai social?
Se in alcuni periodi selezionare ed organizzarsi a compartimenti stagni è difficile, normalmente questo è possibile. Analizza bene la tua giornata da freelance, taglia sanguisughe di energia e individua i momenti in cui vuoi dedicarti a te stessa o in cui le persone a te care richiedono il tuo tempo.
Non dimenticarti di parlane con loro: le nostre supposizioni spesso sono solo nostre. Chiarirle ti aiuta a trovare soluzioni condivise.
Non tenere il tempo per te solo “alla fine”
La nostra cultura ci abitua a pensare prima al dovere e solo dopo al piacere. Quindi, soprattutto quando stiamo lanciamo un nuovo business, tendiamo a posticipare le ore del nostro relax o dello sport la sera, una volta finito il lavoro. E tipicamente succedono 2 cose:
- a volte percepiamo il lavoro come più urgente e gli diamo la priorità;
- spesso siamo esauste dopo una giornata di lavoro e accudimento figli.
Il risultato è lo stesso: rinunciamo al tempo per noi e lo stress si accumula.
Qui è necessario un cambio di mindset: come libere professioniste la maggior parte di noi non è obbligata all’orario canonico d’ufficio. Abbiamo la libertà di organizzare il nostro tempo lavorativo. Sfruttiamola!
Come dimostrano molte ricerche su sport e rendimento scolastico/attenzione, fare anche solo 15’ di sport prima di iniziare a lavorare o studiare aumenta le capacità attentive e intuitive. Lo yoga e la meditazione portano risultati simili.
Trova ciò che funziona per te. L’importante è che ti diano piacere, altrimenti è solo altro stress.
Gestisci la tua attenzione
- Ricerca il flow. Lo stato di felicità è tipicamente associato all’ozio, all’avere, al poter spendere. Invece ciò che ci rende felici è riempire il tempo di senso e significato, di intensità. Non sto dicendo che il riposo è superfluo, anzi! Ma possiamo costruire la felicità senza aspettare il riposo. Come? Cercando il flow, uno stato di flusso in cui siamo totalmente presenti in quello che stiamo facendo. Come farlo? Togliendo gli stimoli superflui.
- Siamo rapiti da stimoli continui. Così indeboliamo il nostro grande superpotere: il focus.
Non solo viene interrotto continuamente, ma questa mancanza di “resistenza” fa sì che nel tempo perdiamo la capacità di raggiungere quello stato. Il cervello è plastico e si sviluppa solo ciò che viene allenato.
Spero che questi consigli ti siano utili per una vita professionale più confortevole!
Mi chiamo Chiara, sono una neurocounsellor e studiosa di discipline psicosociali. Ti aiuto a portare alla luce le risorse che non credevi di avere, per pensieri e relazioni più confortevoli.