Cellulari e computer prodotti senza terre rare, la cui estrazione e lavorazione sono altamente dannose per l’ambiente, ad oggi sono ancora un’utopia, ma l’uso che ne facciamo, la riparazione piuttosto che la sostituzione ed il riciclo possono essere le soluzioni migliori da mettere in campo per poter rendere più sostenibile il digitale.
In attesa che i dipartimenti di ricerca e sviluppo dei Tech Giants trovino una soluzione più eco-friendly per produrre i dispositivi che comunemente utilizziamo.
Le terre rare presentano delle proprietà tali che la sostituzione con altre sostanze risulta ad oggi quasi impossibile. E comunque economicamente non conveniente. Ma allo stesso tempo, come abbiamo visto in questo articolo, la loro estrazione e lavorazione, così come la difficoltà nella separazione dei materiali e la mancanza di infrastrutture adeguate per la raccolta e la ri-lavorazione fanno sì che il tasso di riciclo delle terre rare sia al momento inferiore all’1%. La chiave di volta, al momento, potrebbe essere il riuso e la riparazione delle componenti. Per permettere di far durare più a lungo smartphone e computer.
Vediamo alcune soluzioni concrete che ci permettono di essere più green anche nella nostra quotidianità digitale.
Fairphone: un cellulare al 100% sostenibile e riparabile
A gennaio del 2013 l’azienda olandese Fairphone ha avviato una campagna di crowdfunding per capire se ci fosse mercato per uno smartphone con elevati standard etici nell’approvvigionamento delle materie prime, nelle condizioni di lavoro e nelle politiche ambientali. Una volta raggiunte le 25mila prenotazioni (in soli 6 mesi), ha dato inizio alla produzione della prima edizione.
Oggi Fairphone è alla terza generazione di cellulari, ed è lo smartphone più etico e facilmente riparabile oggi in commercio.
Sul sito sono acquistabili, oltre ai cellulari, i singoli pezzi di ricambio, che possono essere facilmente sostituiti dall’utente stesso, anche se poco esperto.
In più, viene dato ampio spazio alla Community intorno al progetto: dai supporter ai clienti, fino a tutti gli attori coinvolti nella Supply chain.
TrenDevice: economia circolare e usato ricondizionato
La società TrenDevice – dal 2021 quotata in Borsa sul mercato AIM – ha colto per tempo il business degli apparecchi rigenerati (o ricondizionati): prodotti hi-tech come smartphone, tablet, computer che tornano a nuova vita per essere rivenduti dopo essere stati ispezionati e riparati, entrando in quella che è comunemente chiamata economia circolare.
Il vantaggio in termini economici per i consumatori è che normalmente questi device vengono venduti con uno sconto sul prezzo originale che può andare dal 30% al 60%. Ma è anche l’ambiente a trarne beneficio, dato che si tratta di prodotti che non finiscono nel processo di smaltimento e dunque in discarica, ma rientrano sul mercato attraverso nuovi canali.
Un robot per smontare gli Iphone e riciclarne le componenti
Anche Apple ha da tempo dichiarato di voler imboccare la strada della sostenibilità, del riciclo e dell’impatto zero. Il primo obiettivo, come sottolineato nell’Apple Environmental Progress Report è quello dell’impiego di materiali riciclati e rinnovabili. L’intento è infatti anche quello di contenere attività estrattive che tante polemiche continuano a sollevare. In particolare per le condizioni dei lavoratori, ad esempio nelle miniere di cobalto e nell’approvvigionamento delle terre rare.
Per trattare i vecchi dispisitivi elettronici senza sprechi, Apple ha dunque costruito un robot che smonta 200 cellulari all’ora e recupera rapidamente i materiali che altri impianti di riciclo non sarebbero in grado di processare. Fra cui il tungsteno o le preziose terre rare.
In linea generale, è noto che, da ormai più di un anno, Apple punta a ridurre al minimo la sua dipendenza dalla filiera produttiva cinese. Potrebbe non essere un caso, quindi, che la nuova tecnologia Apple abbia puntato su chip in silicio, che come conferma questo studio dell’università austriaca di Saint Pölten rappresenta “un sostituto” di una tecnologia imperniata sulle terre rare. La possibile indipendenza dalla Cina potrebbe passare dunque da uno sforzo economico di ricerca e sviluppo, verso una tecnologia totalmente “terre rare free”.
Un sistema di valutazione “ecorating” per scegliere lo smartphone più sostenibile
Una sorta di “indice di sostenibilità” dei telefoni cellulari. È questa l’idea alla base di Eco Rating, il progetto presentato da cinque tra i principali operatori di telefonia mobile europei – Deutsche Telekom, Orange, Telefónica (che opera attraverso i marchi O2 e Movistar), Telia Company e Vodafone – che aiuterà i consumatori a scegliere i telefoni cellulari più sostenibili. Allo stesso tempo aiuterà i fornitori a ridurre l’impatto ambientale dei loro dispositivi.
Il nuovo sistema di etichettatura per la valutazione ecologica è nato nel giugno 2021 e si applica al momento sui cellulari di 12 marchi (Motorola, Doro, Nokia, Huawei, MobiWire, Lenovo, OnePlus, OPPO, Samsung, Alcatel, Xiaomi e ZTE), a cui in futuro se ne aggiungeranno altri.
A ciascun cellulare verrà assegnato un punteggio su una scala di 100 punti per stabilire le prestazioni ambientali del dispositivo nel suo intero ciclo di vita. L’etichetta Eco Rating evidenzierà anche cinque aspetti chiave della sostenibilità dei dispositivi mobili, fornendo ulteriori informazioni su durabilità, riparabilità, riciclabilità, efficienza climatica ed efficienza di risorse.
- Durabilità: la robustezza del dispositivo, la durata della batteria e il periodo di garanzia del dispositivo e dei suoi componenti.
- Riparabilità: la facilità con cui il dispositivo può essere riparato.
- Riciclabilità: il grado di recuperabilità e smontaggio dei componenti del dispositivo, le informazioni fornite in merito dai produttori e il grado di riciclabilità dei materiali.
- Efficienza climatica: la quantità di emissioni di gas serra prodotte dal dispositivo nel suo intero ciclo di vita. Più alto è il punteggio, minore è l’impatto sul clima.
- Efficienza di risorse: l’impatto causato dalla quantità di materie prime scarse richieste dal dispositivo in relazione all’esaurimento di tali risorse.
Le nostre azioni quotidiane
Anche le nostre azioni quotidiane, di cui spesso non ci accorgiamo, possono fare la differenza.
Non cambiare pc troppo spesso e, quando lo fai, opta per un portatile, che rispetto al computer fisso consuma decisamente meno.
Attenzione anche a stampante e scanner, non dimentichiamo che anche loro impattano sull’ambiente, quindi fai in modo che abbiano caratteristiche più possibili green e che sia consentito regolare alcuni parametri in modo di limitarne l’uso di energia.
Quando compri un nuovo computer, ricicla il vecchio invece di buttarlo in discarica. Puoi venderlo o cederlo gratuitamente a negozi che rivendono oggetti tecnologici di seconda mano. Oppure donarlo a una scuola o a un ente benefico.
Assicurati che la funzione di spegnimento automatico dello schermo sia impostata e che entri in funzione dopo qualche minuto che non usi il computer. Per farlo cerca tra le opzioni del pannello di controllo, quelle che riguardano proprio il risparmio energetico. Inoltre, se non spegni mai completamente il computer, assicurati almeno di spegnere il monitor ogni notte e quando ti assenti per alcune ore o giorni. Questo consentirà di risparmiare molto sull’utilizzo di energia.
Se hai uno screen saver animato, disattivalo. Anche se sono divertenti da guardare, richiedono un dispendio di energia molto elevato, nonché inutile. Originariamente erano stati creati per proteggere i vecchi monitor, ma quelli LCD o LED più recenti non necessitano di questo tipo di strumento.
Infine, quando spegni il computer o finisci di caricarlo ricordati di staccare la spina dell’alimentatore dalla presa. Questo vale anche per tutti i dispositivi ad esso collegati.
Digital Strategist e fondatrice di Flowerista.
Aiuto aziende e liberi professionisti a comunicare online, senza gridare. Mi occupo di trasformazione digitale in chiave sostenibile, per l’ambiente e per la società in cui viviamo.