Fare Personal Branding significa gestire in maniera strategica il proprio posizionamento e la propria immagine professionale: quello che gli altri percepiscono di noi.

Anche chi è freelance ha la necessità di creare un Brand, esattamente come farebbe un’azienda.
Il Graphic Design, la disciplina di cui mi occupo, può avere un impatto significativo nel definire un Personal Brand. Vediamo come.

Si sente parlare sempre più spesso di Personal Brand, ma qual è la differenza con il Brand di un’azienda, ad esempio? Sono la stessa cosa? Partono dagli stessi principi?
Di mestiere mi occupo di creare le Brand Identity di professionisti e aziende, ho quindi un approccio molto legato alla grafica. Per riassumere, potrei dire che la Brand Identity non è altro che l’identità del Brand tradotta in grafica, immagini, colori e testi, coerenti con la filosofia del Brand stesso.  Ma so che adesso la prossima domanda sarà: se anche alle questioni tecniche ci pensasse un Graphic Designer, come arrivo a stabilire la mia identità a parole, per poter trasmettere la mia essenza?

La coerenza visiva e morale del Personal Branding

Io dico sempre che prima di ideare il proprio Personal Brand, bisogna trovare dentro di sé la chiarezza di ciò che si è ed essere più sicuri possibili di ciò che si vuole comunicare ai propri clienti. In questo può essere di aiuto una figura intermedia, a cavallo tra il Business Coaching e la strategia, ma anche il Graphic Designer stesso. Una volta stabiliti questi punti chiave, la strada è tutta in discesa.

La coerenza tra i propri valori e la propria immagine è qualcosa di molto sottile ma allo stesso tempo fondamentale. Inoltre, va mantenuta nel tempo e su tutti i canali: deve essere appunto visiva – devo poter ritrovare gli stessi colori nei profili social e sul sito – sia morale, ovvero la persona dovrebbe incarnare i valori del proprio brand anche nei prodotti che vuole vendere, nella vita di tutti i giorni e così via.
Non ci sono trucchi magici per scegliere la giusta identità visiva, ma attenzione perché i colori giocano un ruolo fondamentale.

Basti pensare alla differenza tra l’immagine coordinata di una Banca, importante e rigorosa, che deve trasmettere professionalità e serietà, ed un’azienda che produce giocattoli per bambini, che al contrario deve essere gioiosa, frizzante, colorata, e deve trasmettere felicità ed allegria.

A cosa serve il Personal Branding - Flowerista
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Quando il Brand diventa Personal

Se ci pensiamo bene, abbiamo in mano lo stesso identico strumento che hanno le grandi realtà, nonostante inizialmente la disponibilità economica sia inferiore (ovviamente pensiamo che anche i costi sono inferiori).
Il nostro lavoro autonomo ci permette di essere più reattivi: pensiamo ad un contenuto, lo creiamo, scattiamo la fotografia e scriviamo il testo, aggiustiamo la bozza iniziale e lo postiamo nei nostri canali di comunicazione senza passare attraverso giorni di approvazione.

Uno dei maggiori vantaggi di questa velocità – e  anche quello più legato al fattore emozionale – è la possibilità di portare con noi l’interlocutore ogni volta che ne sentiamo il bisogno. Possiamo raccontargli come nasce il nostro lavoro, cosa ci ha ispirato, possiamo renderlo davvero partecipe della nostra vita, prima ancora che del nostro lavoro. Questo, per una grande realtà, è molto più complicato da realizzare rispetto ad una piccola attività, proprio perché non c’è nessuno che può incarnare nella propria persona il Brand, anzi. Il Brand è nato proprio, inizialmente, per dare una voce unica a tante voci diverse che avrebbero creato confusione, se lasciate libere di esprimersi come credevano.

Prima abbiamo parlato di coerenza, eccola qui. Nelle nostre attività come freelance, liberi professionisti o creativi dobbiamo cercare il più possibile di farci guidare dai valori etici ed estetici che abbiamo individuato all’inizio, anche in tutte quelle situazioni a cui un’azienda non avrebbe mai pensato! Ad esempio il famigerato “dietro le quinte”. Che non significa rivelare sempre tutto a tutti, ma dosare sapientemente cosa può essere mostrato e magari riprendere la nostra realtà da un punto di vista innovativo.

A cosa serve il Personal Branding - Flowerista
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Il tono di voce nel Personal Branding

Oltre alla grafica, c’è un altro elemento fondamentale nella costruzione del proprio Personal Branding. Il giusto tono di voce.

Quella capacità di entrare in empatia con il proprio audience, utilizzando concetti chiari e spiegati quasi come se ci fosse un dialogo bi-direzionale e one-to-one. Il tono di voce ci rende riconoscibili, tanto quanto la Color Palette, facendoci scegliere perché siamo esseri umani, autentici, con i nostri limiti, con altri interessi e problemi di tutti i giorni.

Credo che questa sia la grande forza del Personal Branding: poter entrare in punta di piedi, ma direttamente dalla porta principale. E ricordiamoci che l’immagine che il nostro target si crea nella propria mente è frutto delle sue percezioni. Dobbiamo imparare a lavorare su quelle.

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